Friday, October 19, 2007

 

te lecce simu simu..


Per noi ogni giorno è San Martino…” recita una strofa di una notissima canzone della curva Nord. In realtà, San Martino, come tutti sanno, è il tradizionale appuntamento dell’11 novembre con il vino novello. Ogni buon salentino non manca di fare la spesa e di organizzare per la serata in casa o presso qualche locale l’appuntamento conviviale con amici e parenti. E siccome la “stirpe” salentina è assai diffusa anche lontano dalla terra d’origine, negli ultimi anni si sono moltiplicati anche gli appuntamenti decisamente… fuori le mura.

Come accadrà a Bologna, dove, nel locale “I sapori della taranta” il team del locale, che si trova in via San Donato, insieme a “Il tuo cuoco a Domicilio (http://www.salentointavola.it) stanno organizzando la festa con il concerto di un gruppo salentino, i “Cauliae”. “L'intento dell'evento – spiegano i promotori della serata - oltre che a proporre il made in Salento servirà per riunire per una sera tutta la gente salentina che per studio o lavoro si trova a Bologna, e dare visibilità anche alle nostre tradizioni”.

Redaz. LeccePrima

Thursday, October 11, 2007

 

come mi sento..: satisfaction


Monday, October 01, 2007

 

"e naufragar m’è dolce in questo mare."


Sempre caro mi fu quest’ermo colle, 1

e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. 3

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quïete 6

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello 9

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l’eterno

e le morti stagioni, e la presente 12

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e naufragar m’è dolce in questo mare.

NOTAZIONI

Mirando: se il poeta sta seduto dietro la siepe, non può vedere, non può mirare, quindi se ne deduce che il suo "mirare" è tutto interiore, esso equivale a "immaginare con l’intelletto".

Naufragar m’è dolce in questo mare: qui abbiamo un ossimoro, l’accostamento cioè di due concetti opposti. Morire e soprattutto morire affogati (naufragar) non è certamente piacevole, ma per il poeta è "dolce". Quest’immagine così dissonante serve ad indicare quei momenti di grande felicità in cui si accetta anche la morte, perché essa è come un sigillo che chiude quell’esperienza di sommo piacere e impedisce il sopravvenire di altre vicende certamente non dello stesso valore.


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